Non dare in pasto all’Intelligenza Artificiale (IA) referti medici per avere spiegazioni e diagnosi, dribblando i professionisti sanitari.
Il monito arriva dal Garante della Privacy, che lancia l’allarme contro una prassi diffusa, fonte di 2 gravi rischi:
1. Il primo che l’IA dia risposte sbagliate e fuorvianti, con esiti pericolosissimi, visto che è in gioco la salute delle persone.
2. Il secondo rischio è che i dati siano usati dalle piattaforme di IA per proprie esclusive necessità e cioè addestrare i propri algoritmi e senza chiedere il consenso a nessuno.
Gli interessati, quindi, devono aiutarsi da sé e lo devono fare in 2 modi.
Per prima cosa, il Garante richiama gli utenti a rivolgersi a medici/esseri umani per interpretare referti, analisi cliniche, radiografie e a non fidarsi delle risposte dei robot.
Peraltro, la supervisione deve essere assicurata già a monte dai fornitori di sistemi di IA e da chi li usa (deployer) nei rapporti con gli utenti.
Evidentemente l’obbligo di fornire una supervisione umana risulta disatteso, anche se, sulla carta, passibile di sanzioni.
In secondo luogo, gli utenti devono capire se le piattaforme di IA conservano i documenti caricati, se i robot si autoconcedono la prerogativa di usarli per proprie esigenze e se danno agli utenti la possibilità di cancellare i dati: il consiglio è di rimuovere informazioni e file, specie se riportano dati sensibili.
Non si tratta, però, di operazioni semplici, perché le informative delle piattaforme non sempre sono facilmente rintracciabili, chiare e comprensibili.
D’altra parte, è tutto quello che una persona può fare, in attesa, anche qui di un intervento regolatorio. In effetti, i Garanti della privacy UE devono ancora prendere una posizione univoca a proposito della possibilità per le IA di elaborare, senza il consenso degli interessati, dati e informazioni per perseguire il proprio interesse ad addestrarsi.
Tale possibilità, peraltro, non è ammessa dal GDPR, che limita l’uso del legittimo interesse ai dati diversi da quelli sensibili.
Fonte:
https://www.italiaoggi.it/diritto-e-fisco/privacy/dati-sanitari-e-ia-il-garante-della-privacy-lancia-lallarme-quali-sono-rischi-e-i-consigli-utili-akrlis6s
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