Un recente documento dell’INAIL, a cura del Dipartimento di Medicina del Lavoro (DIMEILA), evidenzia l’importanza dei defibrillatori (DAE) nei luoghi di lavoro e della formazione del personale per fronteggiare l’arresto cardiaco.
Ogni anno, in Europa oltre 700.000 persone sono colpite da arresto cardiaco; in Italia si registrano circa 60.000 decessi.
Spesso l’arresto avviene improvvisamente, anche in soggetti senza patologie note, e richiede un intervento immediato.
La sopravvivenza può aumentare fino al 60% se si interviene nei primi minuti con la rianimazione cardiopolmonare (RCP) e l’uso del defibrillatore (DAE).
Il cuore smette di pompare sangue e ossigeno, e senza intervento immediato si rischiano danni cerebrali irreversibili o la morte.
I soccorsi avanzati arrivano solitamente dopo 15-20 minuti; quindi, il primo intervento dei lavoratori formati è spesso decisivo ed è fondamentale intervenire subito.
Dopo aver chiamato i soccorsi, va iniziata appena possibile la rianimazione cardiopolmonare (RCP) e va recuperato un defibrillatore.
I defibrillatori sono progettati per essere semplici da usare anche per persone senza esperienza: basta seguire le istruzioni vocali o visive fornite dal dispositivo e applicare le piastre adesive sul torace della vittima. Il defibrillatore analizzerà automaticamente il ritmo cardiaco e, se necessario, somministrerà una scarica elettrica.
Attualmente avere un defibrillatore (DAE) non è un obbligo in tutti i luoghi di lavoro, ma il decreto interministeriale del 18 marzo 2011 e la legge 116 del 2021 ne raccomandano fortemente la presenza.
In particolare, è obbligatoria la presenza del DAE nei luoghi pubblici, nelle aree ad alta affluenza (ad esempio: stazioni, porti, aeroporti) e nei luoghi isolati e nei contesti industriali a rischio.
Inoltre, dal 2014, è stato previsto un incentivo per le aziende che si dotano di DAE e formano il proprio personale al suo utilizzo.
L’intervento rientra nel modulo OT23 dell’INAIL per la riduzione del tasso medio di tariffa per prevenzione, offrendo un ritorno economico oltre che in termini di sicurezza.
Il corretto utilizzo del DAE segue 6 fasi:
1. Accendere il dispositivo e seguire le istruzioni vocali;
2. Applicare le piastre sul torace;
3. Consentire l’analisi del ritmo cardiaco;
4. Assicurarsi che nessuno tocchi la vittima durante l’analisi/scarica;
5. Premere il pulsante di scarica se indicato;
6. Eseguire la rianimazione cardiopolmonare (RCP) per 2 minuti e ripetere l’analisi.
L’intervento va proseguito fino all’arrivo dei soccorsi, alla ripresa della vittima o all’esaurimento del soccorritore.
Il decreto ministeriale 388/2003 già prevede l’insegnamento della RCP nei corsi per addetti al primo soccorso. Per una protezione più efficace è però consigliabile includere anche il modulo BLS-D (Basic Life Support – Defibrillation), che prevede esercitazioni pratiche secondo standard internazionali.
La formazione è cruciale per garantire l’efficacia degli interventi in caso di emergenza.
Integrare l’addestramento all’uso del DAE nei corsi di primo soccorso aziendale porta diversi vantaggi, come: la riduzione del rischio, una maggiore sicurezza per i lavoratori e tempi di formazione contenuti.
In Italia, la RCP è già materia obbligatoria nei corsi previsti dal decreto ministeriale 388/2003. Tuttavia, per una preparazione completa, è consigliato includere un modulo specifico sul BasicLife Support – Defibrillation (BLS-D), che rispetti standard internazionali riguardo contenuti didattici, rapporto istruttore/allievi, esercitazioni pratiche e verifiche finali.
La diffusione dei defibrillatori nei luoghi di lavoro e una formazione mirata rappresentano strumenti fondamentali di prevenzione.
In caso di arresto cardiaco, ogni secondo è decisivo: la vita può dipendere da chi è accanto.