TRA TUTELA E INTERESSI. L’EVOLUZIONE DEI DATI PERSONALI (E NON)

La normativa in materia di trattamento dei dati personali è ancora una strada in salita, sia per le istituzioni, anche quelle che la dovrebbero regolamentare, che per le aziende private, che sono in molti casi impreparate a capire sia la portata in termini di rischio provocato e/o subito che potrebbe derivare da comportamenti non corretti e sia, dall’altra parte, il beneficio che una gestione corretta potrebbe invece portare.

Si parla di privacy, di sicurezza delle informazioni, cybersecurity e data breach, procedure e compliance, revenge porn e Google Analytics, utilizzo delle immagini, diritto di cronaca, Facebook, malaware e furto di identità, ma spesso si è ancora portati a credere che tutte queste cose sono aspetti a sé stanti, di materie completamente diverse e che nulla hanno a che fare tra di loro.

Nella maggior parte dei casi non siamo in grado di cogliere il senso di continuità che sta alla base di tutti questi argomenti, ovvero le informazioni.

Era il 2006 quando fu coniato lo slogan “I dati sono il nuovo petrolio”. Così come il petrolio ha permesso lo sviluppo socio-economico mondiale tra il XIX ed il XX secolo, così oggi i dati promuovono il progresso sociale, creano opportunità di business e vantaggio competitivo.

Gestire bene i propri dati e le proprie informazioni (il know-how, per esempio, non altro che l’insieme delle informazioni e dei processi - uniche, segrete o tacite - che creano valore all’azienda) ha un valore strategico, per le aziende, i professionisti, i governi e gli stati.

Ad ogni livello l’avere conoscenza, e soprattutto una conoscenza in più rispetto al proprio competitor, al proprio alleato, alla platea, consente di condizionare una trattativa, un avvenimento, una discussione, utilizzandola come “freccia al proprio arco”.

Non a caso, a livello mondiale gli Stati Uniti, che hanno più dati dell’Europa, hanno investito e tuttora investono in algoritmi di intelligenza artificiale addestrati per controllare il mercato. Non a caso proprio gli USA ospitano sul proprio territorio colossi come Amazon, Google, Facebook, Ibm, ecc, che sono piattaforme digitali alimentate da dati che noi tutti produciamo e che contribuiscono ad arricchire quei database fondamentali per lo studio dell’intelligenza artificiale che sarà il motore dell’economia di domani. E le trasformazioni tecnologiche favorite dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale hanno impatti ad ampio spettro sull’economia.

Ed è per questo che i governi stanno cercando di stabilire regole sempre più stringenti in fatto di circolazione dei dati fuori dai confini nazionali, come nel caso oggi sotto la lente di ingrandimento dei Garanti Europei di Google Analytics. Con la scusa della sicurezza e della privacy molte nazioni stanno di fatto stabilendo standard e regole sempre più stringenti in fatto di circolazione delle informazioni.