COVID-19: “LA STORIA INFINITA” (THE NEVER ENDING STORY)

Chi non ricorda il famosissimo film fantastico degli anni ’80, The Never Ending Story o meglio “La Storia Infinita” diretto da Wolfang Petersens tratto dall’omonimo romanzo di Michael Ende?

Facendo mente locale sul protagonista, è un ragazzino di nome Bastian, che un giorno qualunque, leggendo un libro di fantasia e avventura (di cui andava pazzo) si immedesima talmente tanto che inizia a vivere le stesse situazione del Ragazzino Combattente Atreyu impegnato nella lotta contro un nemico invisibile “Il Nulla” per salvare il regno di “Fantàsia”. Alla fine il bambino guerriero riesce a sconfiggere “Il Nulla” e salvare Fantàsia. Ma a che prezzo?

Atreyu si ritrova insieme all'Imperatrice in un luogo buio, dove l'unica fonte di luce è un piccolo granello di sabbia che è tutto ciò che resta del vasto regno di Fantàsia. L'Imperatrice chiede a Bastian (il lettore) di ricreare quel mondo attraverso i suoi desideri e i suoi sogni. Il primo desiderio di Bastian è quello di rimettere in vita tutte le creature di Fantàsia (to be continued)…

Guardare la tragica situazione del Covid è come vivere una guerra “Humans vs Covid-19”, dove il regista è il Comitato Tecnico Scientifico e gli attori i nostri governanti con al seguito le istituzioni locali e gli enti preposti ai controlli e Bastian uno di noi. Purtroppo ciò che è successo e ancora succede nel mondo non è fantasia o Fantàsia ma cruda realtà.

I migliaia di morti in Italia (forse non tutti per il Covid), la difficoltà della sanità nella gestione delle emergenze (forse non idonea a supportare l’ingente richiesta e le molteplici problematiche insorte a seguito dei tagli alla sanità pubblica), ci hanno catapultato in una tragica verità l’Italia è cambiata, il mondo è cambiato.

Oggi all’inizio della “Fase 3” viviamo ancora con l’angoscia del Gores e della Protezione Civile che ci annunciano i decessi, le Regioni che parlano di contagi, il distanziamento sociale ancora vivamente in auge, il problema forte dell’economia che stenta non solo a ripartire ma a partire, virologi e infettivologi che si fanno la guerra tra loro per ottenere fama e gloria.

Abbiamo sentito parlare di plasma iperimmune, ma anche di anticorpi monoclonali, abbiamo udito “scannatoi” di passerelle televisive che ci hanno insegnato a lavare le mani, a pulire i nostri uffici e/o locali, ma nessuno ancora ci ha detto una cosa importante, ovvero, ne usciremo?

La risposta è no, un virus non si sconfigge, un virus non si debella, un virus si può solo controllare.

Diventerà endemico? Forse.

Ridare fiducia alle persone che non si sentano più degli “untori” al tempo del Manzoni senza obbligargli ancora oggi a indossare le mascherine e mantenere il distanziamento sociale tanto più, che una Legge del Presidente della Repubblica (n. 81 del 9 aprile 2008) in concerto con il Consiglio dei Ministri e uffici competenti, ad oggi mantiene invariata la classificazione del Covid come agente patogeno di Classe II, ovvero un patogeno che sì, può provocare malattie in soggetti sani, ma che è poco probabile la sua  diffusione e sono di norma presenti e disponibili misure profilattiche o terapeutiche.

Stop, fermi tutti, qualcosa non torna.

Guardate cosa dice lo stesso articolo (n. 268 del D.Lgs. 81/08) in merito al gruppo 3 e 4?

Agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l'agente biologico può propagarsi nella comunità ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;

Agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche.

Non viene da pensare, in base alla tragedia che stiamo ancora vivendo (prima in Cina e ormai di portata che forse è il caso di cambiare qualche cosa? Il lockdown a cosa è servito? I protocolli di Sicurezza a cosa stanno servendo? Il Distanziamento sociale? Le mascherine? I guanti? La sanificazione (spesso e volentieri eseguita in aziende e locali chiusi da mesi)? Le paretine in plexiglass?

Aggiungiamo inoltre che l’INAIL inizialmente (ora sembra di no) era pronta a colpire i datori di lavoro se un lavoratore si fosse ammalato di Covid e tutt’oggi gli organi sindacali e i loro rappresentanti diffidano le aziende e il loro datore di lavoro se non utilizzano il metodo della misurazione della temperatura corporea come sistema di prevenzione del contagio benché il DPCM in vigore obbliga a non uscire di casa (quindi non dovresti recarti al lavoro) se si hanno sintomi simil influenzali e una temperatura corporea superiore a 37,5°C. Che senso hanno quindi tali misurazioni? Se il datore di lavoro riscontrasse una temperatura più alta del limite consentito sarebbe obbligato quindi a sporgere denuncia per attentato alla salute pubblica?

Terminando dalla fonte ufficiale dell’ISS - Istituto Superiore di Sanità – (https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia), si riportano i seguenti dati ufficiali: al 31 dicembre 2019, la popolazione Italiana contava 60,360 milioni di abitanti, i decessi per Covid (si suppone senza indagine autoptica) circa 33 mila (lo 0,055% in relazione all’intera popolazione italiana) e che il 4,2% (in un campione del 10% dei deceduti) erano persone sane ovvero senza patologie (circa 1400 persone).

Ma tranquilli, il vaccino contro il patogeno di classe II sta arrivando per essere dispensato come diserbante nelle colture di grano infettate da “Il Nulla”. Aspettiamo quindi Atreyu che insieme alla regina di Fantàsia e ai sogni dei bambini ricostruiranno il mondo, ammesso che tra una igienizzata alle mani, protetti da una mascherina lavabile e di fronte a una paretina in plexiglass riescano a continuare a sognare!