ECCO QUALI SONO I PRINCIPALI RISCHI NELLE CANTINE VINICOLE

Ci sono comparti produttivi che, malgrado la diffusione nel nostro territorio e la rilevanza economica, sono stati ancora poco analizzati riguardo alle criticità in materia di tutela della sicurezza del lavoro. E uno di questi, al di là dell’attenzione riservata dall’Inail in alcuni documenti sui rischi professionali, continua ad essere il comparto della produzione vinicola con riferimento, in particolare, ai rischi correlati alle attività che si svolgono negli spazi confinati.

I rischi chimici e i gas asfissianti.

Riguardo ai rischi chimici si segnala poi che “la fermentazione tumultuosa del mosto ottenuto dalle uve produce notevoli quantità di anidride carbonica che, se non allontanate, possono determinare rilevante inquinamento in locali chiusi”.

Inoltre l’anidride solforosa, “utilizzata principalmente per le proprietà antiossigeno e per l’azione selettiva nei confronti dei lieviti, in quanto più pesante dell’aria tende ad accumularsi verso il basso. Secondo le concentrazioni e le modalità di impiego può essere tossica o irritante”.

Si indica poi che al termine dell’operazione di svinatura, “l’estrazione delle vinacce dai fermentini non dotati di raschiatore di fondo automatico, può comportare l’introduzione dei lavoratori nei vasi per effettuare un’adeguata pulizia, con conseguente esposizione a vapori etilici ed a CO2”. E l’azoto e l’argon utilizzati per il controllo della ossidazione lenta “possono costituire pericolo elevato per i lavoratori in quanto gas asfissianti”.

E anche la pulitura delle autoclavi, “pur effettuata prevalentemente dall’esterno mediante irrogazione di soluzioni detergenti sulle pareti interne, in via occasionale può richiedere l’introduzione di un lavoratore per la rimozione manuale di residui non diversamente eliminabili. In questo caso i lavoratori potrebbero essere esposti ad un’atmosfera interna contenente gas asfissianti”.