ERGONOMIA: TRA BENESSERE ORGANIZZATIVO E AVANZAMENTO DELL’ETÀ

In questo ultimo periodo, si sta tornando a discutere in merito all’importanza dell’ergonomia, anche grazie alla campagna europea che ha interessato il biennio 2020-2022 intitolata “Ambienti di lavoro sani e sicuri: alleggeriamo il carico!”.

L’ergonomia deve essere intesa come lo studio delle relazioni che intercorrono tra l’uomo e l’ambiente in cui lo stesso opera.

In questo modo si tiene conto anche della componente psicologica che, insieme agli aspetti anatomici e fisiologici, può contribuire al miglioramento dello stato di benessere fisico, psichico e sociale all’interno agli ambienti di lavoro.

Il presente articolo si pone come scopo quello di andare ad indagare i vari aspetti legati all’ergonomia lavorativa, soprattutto associata all’avanzamento dell’età dei lavoratori.

Come cambia l’ergonomia rispetto all’avanzamento dell’età?

Per capire bene come l’ergonomia di una mansione può variare con l’aumento dell’età occorre fare degli esempi pratici.

Partiamo quindi da 2 attività lavorative: il calciatore e il cantante.

I calciatori vanno in “pensione”, tranne casi limite sporadici, a circa 38/40 anni; il motivo principale è che la loro attività lavorativa non risulta essere compatibile con l’avanzare dell’età.

Diverso è invece per i cantanti: ovviamente con il passare degli anni i cantautori dovranno “rivedere” le loro performance, rendendole meno dispendiose dal punto di vista energetico e più semplici dal punto di vista vocale, ma continuano comunque a sostenere concerti nonostante i diversi limiti imposti dall’età.

L’ergonomia è proprio questo: riuscire ad adattarsi con facilità alla mansione, considerando i cambiamenti legati all’avanzamento di età.

Ergonomia e gestione aziendale

Come ben sappiamo, l’art. 28 del D.Lgs 81/08 afferma che il datore di lavoro deve valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, nonché quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa la prestazione di lavoro.

Dal punto di vista pratico, però, siamo molto più portati alla valutazione specifica dei rischi associati all’utilizzo di sostanze chimiche pericolose o derivanti dalla movimentazione manuale dei carichi, mentre i rischi cosiddetti organizzativi rimangono sempre in secondo piano.

Nella valutazione dei rischi specifici e nelle fasi di formazione e di addestramento dei lavoratori, il datore di lavoro deve tener conto dell’avanzamento dell’età, considerando che, proprio come nel caso dei cantanti, tutti i lavoratori dovranno “aggiustare” la loro performance.

Solamente adattando la risorsa umana alla sua mansione potremo riuscire a raggiungere il completo benessere organizzativo.

Aspetti ergonomici e la promozione della salute

La promozione della salute è uno dei principali metodi per andare ad aumentare la consapevolezza dei lavoratori in merito all’importanza dell’ergonomia.

In particolare, è importate che durante i corsi di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro si esca dalla normale concezione normativa, andando a parlare anche di stili di vita e ambienti familiari.

L’ergonomia rappresenta, infatti, una materia che esula dall’ambito lavorativo specifico, andando ad interessare anche la sfera familiare e privata.

Lo scopo dei corsi di formazione deve essere infatti quello di trasmettere conoscenze per acquisire competenze che a loro volta sono utili nella quotidianità.

Ergonomia e benessere organizzativo

Il benessere organizzativo interessa il lavoratore nella sua completezza, considerando non solo i fattori fisici ma anche quelli psicosociali.

Il benessere organizzativo è raggiunto solo quando il lavoratore è soddisfatto in termini quantitativi e qualitativi.

Per assicurare il benessere organizzativo, che deve essere inteso in senso di benessere aziendale e non solamente del singolo lavoratore, anche lo stile di vita assume un’importanza fondamentale.

Gli stili di vita assumono quindi importanza anche a livello lavorativo, avendo grande impatto sul benessere organizzativo aziendale.