I FLUSSI DI CASSA: COME E QUANDO MUOVONO LA LIQUIDITÀ

I flussi di cassa hanno grande rilevanza nella gestione di un’impresa poiché da essi dipende la liquidità, ovvero il denaro disponibile per i pagamenti verso fornitori, dipendenti, fisco, eccetera.

Si definisce flusso di cassa ciò che determina una variazione di liquidità.

In gergo aziendale è ormai molto diffuso il termine inglese cash flow. Qui si fa riferimento ai flussi di cassa (o cash flow) reali o effettivi e non ai flussi solo potenziali.

I flussi di cassa hanno dinamiche particolari che possono cogliere di sorpresa anche le imprese in crescita.

La distinzione tra flusso di cassa e risultato di esercizio

Il modo più semplice per comprendere i flussi di cassa è evidenziare le loro differenze rispetto a costi e ricavi

 Prendiamo ad esempio una fattura di vendita:

- Emetto fattura: registro il ricavo nel conto economico;

- Il cliente paga: registro un flusso di cassa in entrata.

Queste due operazioni possono avvenire a distanza di 3 o 4 mesi l’una dall’altra, anche a cavallo di due annualità differenti.

Le dilazioni di pagamento concesse ai clienti sono un fatto normale nei rapporti tra imprese (B2B), ma possono diventare un problema serio per un imprenditore inesperto, che non è ancora in grado di calcolare bene gli effetti dal punto di vista finanziario.

Ci sono infatti diverse spese che, per loro natura, richiedono il pagamento immediato (costo del personale, affitti, leasing, eccetera). Questi fattori combinati possono dar luogo ad una mancanza di liquidità anche nelle aziende che hanno un risultato di esercizio (ricavi meno costi) positivo.

In pratica, nel calcolo dell’utile si considerano le fatture emesse, mentre le disponibilità liquide dipendono da quando le fatture sono incassate.

Lo sfasamento di tempo tra il calcolo per competenza e per cassa

Il prospetto più utilizzato dagli imprenditori per analizzare i risultati della propria azienda è il conto economico (costi e ricavi), che però, purtroppo, non li aiuta a tenere sotto controllo i flussi di cassa.

Per monitorare la liquidità occorre fare un passaggio in più, ovvero individuare tutte le operazioni che hanno una distanza di tempo tra il momento in cui si ha un effetto economico (principio di competenza) e quello in cui si determina il corrispondente effetto finanziario (principio di cassa).

 

Altri esempi per capire meglio:

- Oltre alle fatture di vendita ci sono anche le fatture di acquisto; anch’esse possono prevedere pagamenti dilazionati, di cui bisogna tenere conto nel calcolo dei flussi di cassa.

- Nel caso di acquisiti di macchinari e attrezzature destinati ad essere utilizzati per più anni, succede che solo una parte del costo (ammortamento) entra nel conto economico, anche se il pagamento avviene in un’unica soluzione.

- Il costo del TFR si registra di anno in anno, salvo poi concretizzarsi come uscita di cassa in fase di dimissioni.

Come si calcolano i flussi di cassa

Lo strumento utilizzato per il calcolo dei flussi di cassa è il rendiconto finanziario (di cui abbiamo parlato nei precedenti articoli).

Si tratta di un prospetto redatto al termine dell’esercizio attingendo i dati dal bilancio di chiusura.

L’analisi consuntiva potrebbe apparire inutile in quanto, in teoria, a fine anno il calcolo dei flussi di cassa si ottiene con una banale sottrazione:

In realtà, l’analisi di ciò che è accaduto nel recente passato, è il primo passo per poter preparare dei prospetti previsionali (budget) affidabili.

Per preparare un budget finanziario che aiuti davvero l’imprenditore a misurare i fabbisogni finanziari futuri è necessario avere ben chiari i fattori che hanno determinato i flussi di cassa dell’annualità trascorsa.

Solo le medie e grandi aziende (quelle sopra i 50 dipendenti) sono obbligate a redigere il rendiconto finanziario. Per tutte le altre non ci sono rigide regole contabili da osservare e si può dunque adottare lo schema che meglio aiuta a capire quali sono i fattori che determinano i flussi di cassa.

Rispetto al modello accademico che suddivide i flussi in 4 aree (corrente, investimenti, finanziaria e accessoria), lo schema che segue riepiloga i flussi in gruppi più facili da identificare.

valori da inserire nel rendiconto finanziario si ricavano dalla combinazione dei dati di conto economico e di stato patrimoniale.

Rispetto a questi ultimi si considerala variazione (Δ che si legge delta), ovvero la differenza tra i valori dell’ultimo bilancio e quello precedente. 

Ad esempio:

L’analisi dei flussi passati serve ad acquisire consapevolezza degli effetti finanziari (entrate e uscite) collegati all’attività aziendale.

Per capire meglio facciamo l’esempio di un’azienda che:

- Fattura 100 al mese;

- Incassa a 3 mesi;

- Ha scorte per 4 mesi;

- Ha un utile a fine anno di 120;

- L’anno successivo raddoppia il fatturato e l’utile.

Pur avendo un buon utile, l’azienda si trova in una situazione di flussi di cassa negativi.

 Calcolare bene, con largo anticipo, i propri fabbisogni finanziari significa poter andare in banca per tempo e molto preparati, e facilitare così l’accesso al credito.

In conclusione, l’analisi dei flussi di cassa serve a mantenere il controllo della situazione e ad evitare pericolose crisi di liquidità, che possono capitare anche alle aziende in utile e con fatturati in crescita.

Fonte: https://farenumeri.it/cash-flow-flusso-di-cassa/

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