IL CONCETTO DI DISPONIBILITÀ LIQUIDE IN OTTICA GESTIONALE

Nell’ambito dell’operatività gestionale, sono considerate disponibilità liquide tutte le risorse da cui si può attingere nell’arco di pochi giorni, ovvero disponibili per effettuare spese immediate.

Ragionando in base a tale logica, si considerano tali anche i titoli mobiliari o altri strumenti finanziari prontamente smobilizzabili, in particolare i titoli obbligazionari (ad esempio i titoli di stato) che possono essere facilmente venduti e il controvalore accreditato sul conto corrente in brevissimo tempo.

Tecnicamente sono smobilizzabili anche eventuali titoli azionari che l’azienda può avere in portafoglio. Tuttavia, il possesso di azioni presuppone una scelta strategica di medio-lungo periodo e, come tale, assume la connotazione di immobilizzazione finanziaria.

In senso lato, talvolta si considera disponibilità liquida anche lo scoperto di conto corrente (fido di cassa). Si tratta di risorse che l’imprenditore può utilizzare tramite un semplice assegno o bonifico.

A livello contabile la parte di fido utilizzata è iscritta a bilancio nei debiti a breve, mentre la parte disponibile ma non utilizzata non viene rilevata.

L’organismo italiano di contabilità (OIC) ha la funzione di disciplinare i criteri di identificazione e classificazione delle voci contabili da iscrivere a bilancio, e le informazioni da annotare all’interno della nota integrativa.

L’individuazione delle voci da inserire tra le disponibilità liquide potrebbe, in apparenza, sembrare facile e intuitiva. Parlando di depositi bancari, assegni e denaro in cassa sembra esserci poco spazio all’interpretazione.

Tuttavia, all’interno delle imprese, le situazioni particolari sono molte. Ad esempio, i conti correnti vincolati possono essere considerati liquidità, oppure crediti dell’attivo circolante, o anche attivo immobilizzato, a seconda della tipologia di vincolo.

Un altro esempio particolare, relativamente alle disponibilità liquide, è la gestione della tesoreria accentrata conosciuta anche come “cash pooling”.

Si tratta di un sistema che ha lo scopo di ottimizzare la gestione della liquidità all’interno di un gruppo di imprese collegate.

In pratica la liquidità viene fatta confluire verso la capogruppo, che la redistribuisce in base alle esigenze. Questi trasferimenti interni di risorse liquide generano crediti e debiti tra le società collegate e, di conseguenza, diventa più difficoltoso definire il perimetro delle disponibilità liquide in capo a ciascuna società.

Lo IASB (International Accounting Standard Board) offre un’interpretazione estesa del concetto di liquidità, più simile alla prospettiva gestionale che abbiamo descritto all’inizio dell’articolo.

La commissione europea ha adottato tale impostazione tramite il regolamento 1126/2008 che introduce il concetto di disponibilità liquide e mezzi equivalenti offrendo la seguente definizione:

 

Le disponibilità liquide equivalenti sono quelle possedute per soddisfare gli impegni di cassa a breve termine, invece che per investimento o per altri scopi.

Perché un investimento possa essere considerato come disponibilità liquida equivalente esso deve essere prontamente convertibile in un ammontare noto di denaro e deve essere soggetto a un irrilevante rischio di variazione del valore.

Perciò, un investimento è classificato, solitamente, come disponibilità liquida equivalente solo quando esso è a breve scadenza, cioè, per esempio, a 3 mesi o meno dalla data d’acquisto.

Gli investimenti finanziario azionari sono esclusi dalla classificazione come disponibilità liquide equivalenti a mano che essi siano, di fatto, equivalenti alle disponibilità liquide, quali, per esempio, le azioni privilegiate acquistate in un momento vicino alla loro scadenza e con una data di rimborso determinata.

I prestiti bancari rientrano, solitamente, nell’attività di finanziamento. In alcuni paesi, tuttavia, gli scoperti bancari che sono rimborsabili a vista formano parte integrante della gestione delle disponibilità liquide di un’entità. In questi casi, gli scoperti bancari sono inclusi come componenti di disponibilità liquide e mezzi equivalenti.

Una caratteristica di tali accordi bancari è che il saldo del conto spesso oscilla tra l’essere positivo o negativo”.

Le disponibilità liquide rappresentano l’oggetto di calcolo del rendiconto finanziario. Lo scopo di questo prospetto di bilancio, infatti, è di rilevare in forma analitica quali fattori hanno determinato la variazione di liquidità in un dato periodo:

Il rendiconto finanziario redatto in base ai principi dettati dall’organismo italiano di contabilità (OIC 14) analizza il flusso finanziario delle disponibilità liquide in senso stretto, in aderenza all’interpretazione dettata dal Codice Civile.

Nel caso, invece, del rendiconto finanziario assoggettato ai principi contabili internazionali (IAS 7), l’oggetto di analisi sono le disponibilità liquide a cui si aggiungono i mezzi equivalenti.

In pratica, osservando un prospetto di un rendiconto finanziario, è sempre opportuno approfondire quali elementi sono realmente compresi all’interno della definizione di liquidità.

Fonte: https://farenumeri.it/disponibilita-liquide/

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