Con il termine “industria 4.0” ci si riferisce a quel processo di digitalizzazione del settore manifatturiero che, rinnovando la catena del valore, cambia sia il modo di lavorare che la natura delle organizzazioni.
Questa quarta rivoluzione industriale interviene principalmente in quattro campi:
- Machine Learning: ovvero la capacità delle macchine di “imparare” dall’analisi e rielaborazione dei dati via a via raccolti durante il processo produttivo.
- Utilizzo dei dati attraverso la centralizzazione e la conservazione delle informazioni (big data, Internet of Things).
- Progettazione di modalità di interazione uomo-macchina per migliorare le prestazioni lavorative.
- Trasformazione da digitale a “reale” (stampa 3D, robotica).
I lavoratori, quindi, assumeranno un ruolo diverso all’interno del processo produttivo. L’uomo non sarà escluso dal lavoro ma entrerà a far parte di un “ecosistema intelligente”; non saranno solo le macchine a scambiarsi informazioni ma vi sarà un costante dialogo tra lavoratore e macchina.
Questi cambiamenti avranno ripercussioni anche sugli ambienti di lavoro. Il lavoratore dovrà condividere gli spazi con la macchina e, in alcuni casi, potrà gestire il tutto da remoto attraverso l’uso di piattaforme di smart working.
Tenendo conto di tutti questi fattori andrà rivalutato il concetto stesso di salute, non più collegato solo all’idea di infortunio in senso fisico, ma riferito anche alla sfera psicologica del soggetto.
Di conseguenza dovrà essere modificata anche la metodologia di valutazione dei rischi aziendale, la quale dovrà comprendere altri fattori come:
- I rischi collegati al dover condividere l’ambiente di lavoro con le macchine.
- Il tecnostress generato dal dover utilizzare costantemente tecnologie informatiche, il quale può portare ad errori umani e quindi causare infortuni.
- La paura di perdere le proprie funzioni ed essere sostituiti dai cobot (collaborative robot).
- La FOMO (Fear of Missing Out): l’abbattimento dei confini tra vita privata e vita lavorativa, dovuto anche a tecnologie fornite dall’azienda (smartphone, tablet, ecc.), che può provocare la paura di essere esclusi, e il conseguente bisogno di essere sempre connessi.
Mentre se per le questioni di natura giuridica da affrontare in caso di incidenti o danni causati dalle macchine è stata emanata una risoluzione dalla Commissione europea, “Norme di diritto civile sulla robotica” del 16 febbraio 2017, per quello che riguarda la sfera psicosociale del lavoratore non si ha ancora una normativa ben specifica, per questo anche in ambito di valutazione dei rischi dovrà essere prestata più attenzione a quest’ultimo aspetto.
In conclusione, la quarta rivoluzione industriale sarà un processo inevitabile e, se affrontata con un riguardo alla cura della persona, può essere di notevole aiuto in ambito di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Mentre se si presterà attenzione solo ai vantaggi economici essa potrà causare più danni che benefici.