LA SITUAZIONE DELLE AZIENDE POST LOCKDOWN: LE POSSIBILI SOLUZIONI PER FAR FRONTE ALLA CRISI DI LIQUIDITÀ

Negli ultimi periodi molti imprenditori hanno dovuto fare i conti con i terribili effetti economici del lockdown imposto dal Governo Conte. La situazione del nostro Paese è critica ma non del tutto impossibile da affrontare e gestire. Bisogna dire che già prima del lockdown le analisi condotte dal Centro Studi di Confindustria, evidenziavano che l’Italia, già nell’autunno del 2019, si trovava in uno stato di limbo tra ripresa e recessione a causa della stagnazione dell’economia delineata già nelle previsioni di primavera. Crescita zero e rischio di recessione erano queste due le “spade di Damocle” che pendevano sul nostro Paese.

Le previsioni del Centro Studi di Confindustria per le piccole e medie imprese italiane non sono delle più rosee con una risalita lenta e faticosa e con una sofferenza più che sul versante dei consumi, sugli investimenti e l’export. L’alone di incertezza sui tempi della fine dell’emergenza sanitaria ha generato una mancanza di investimenti sia nel breve che nel medio periodo. Anche quelle aziende che godevano di buone prospettive rischiano di dover fare i conti con un tracollo del fatturato.

Ovviamente le misure anti-contagio hanno bloccato i consumi di marzo e aprile; ciò ha portato a dei risultati nefasti. Nel primo trimestre il PIL ha conosciuto un crollo vertiginoso (-4,7%); nelle aziende che hanno aperto nel mese di maggio la produzione ha subito un calo del 27% (a marzo) e del 22% (ad aprile). Con la riapertura del 3 giugno il Centro Studi di Confindustria ha previsto un ulteriore calo del PIL (-9,0%) per il secondo trimestre, mentre per il terzo e quarto in cui la maggior parte dei settori aziendali ha riaperto, si attende un recupero minimo in quanto resta la difficoltà per molte imprese di vendere le scorte accumulate e invendute.

Da questa situazione di emergenza l’economia recupererà la perdita subita (seppur non in toto ma parzialmente), tra non meno di 18 mesi.

Sempre il Centro Studi di Confindustria prevede che gli interventi di stimolo dell’economia condurranno alla copertura del fabbisogno finanziario di una parte delle PMI. La maggior parte degli imprenditori potrebbe però non riuscire ad avere accesso alle linee di credito e per le PMI stesse i fondi potrebbero non bastare per contrastare il crollo del fatturato e permettere il pagamento dei debiti arretrati e tantomeno le spese per la riapertura.

A questo punto non resta che domandarci: in una situazione del genere, cosa dovrebbe fare un imprenditore per risollevare le sorti della sua azienda?

La prima cosa che potrebbe fare è quella di realizzare degli interventi che gli consentano di superare questo difficilissimo momento di crisi, basandosi interamente sulle forze della propria azienda.

Ci sono alcuni importanti passi che un imprenditore deve seguire per evitare la crisi di liquidità:

1- Monitorare l’incasso dei crediti: organizza all’interno del tuo comparto amministrativo i processi per recuperare il credito e metti in atto dei negoziati (avvalendoti, perché no, di un negoziatore esperto), che ti permettano di rientrare, nel più breve tempo possibile, degli scaduti. Come? Una soluzione potrebbe essere quella di offrire sconti sui pagamenti anticipati.

2- Incrementare gli incassi: lavorare su delle offerte irrinunciabili, sull’appeal dei prodotti e connotarsi come un’azienda che si differenzia dalle altre. È importantissimo sfruttare appieno i cambiamenti di consumo e di comportamento che il lockdown ha indotto nei consumatori magari adottando nuovi modelli di consegna di prodotti e/o servizi ed ampliando il mercato di riferimento privilegiando il potere delle tecnologie.

3- Controllare e ridurre i costi del conto economico: venendo a mancare la liquidità, la maggioranza degli imprenditori inizia a ridurre sensibilmente il numero e soprattutto la qualità dei prodotti e dei servizi acquistati. Tagliano le spese, anche quelle più semplici da eliminare (quali ad esempio: spese per l’acquisizione di nuovi clienti, per la qualità delle materie prime, etc…). Il risultato di questa azione, però, è la contrazione del fatturato che può diventare inadeguato per coprire i costi fissi (per intenderci quelli che maturano anche se non si vende nulla ma che conducono solamente all’accumulazione del debito). Tagliare completamente le spese che generano fatturato è un gravissimo errore; onde evitare tutto ciò devi ponderare bene andando a ragionare ed intervenire eliminando quelle spese che non sono determinanti nel contribuire alle vendite.

4- Controllare le giacenze di magazzino: in teoria non dovresti accumulare magazzino ma essere in grado di produrre e vendere sulla base degli ordinativi già acquisiti e delle vendite già concluse. Le politiche di magazzino rappresentano uno degli elementi più ostici da gestire per un’azienda. Molto però dipende dal modello di business che viene adottato. Alcune aziende hanno bisogno di creare un magazzino per poter servire i propri clienti. Le giacenze di magazzino non sono evitabili ma ciò non vuol dire che tu non possa usufruire di quella riserva di liquidità quando ne hai bisogno. Devi avere fondamentalmente un magazzino aggiornato, conoscere dettagliatamente i costi d’acquisto o di produzione dei pezzi in magazzino ed infine una lista di clienti ai quali riservare delle offerte. È importante pianificare strategicamente lo svuotamento del magazzino al fine di generare della liquidità utile per rimettere in moto l’azienda magari rivedendo il modello di business al fine di evitare di riaccumulare tanta merce a magazzino.

5- Pianificare le scadenze allungando i giorni di pagamento: la gestione del ciclo di cassa è un must imprescindibile al fine di ridurre il rischio di una crisi aziendale. Sarebbe buona prassi pagare tutto soltanto dopo aver incassato (al momento della vendita). Devi essere a conoscenza della tua situazione di “tesoreria” per apportare i cambiamenti indispensabili per rendere il tuo ciclo di cassa efficiente. Devi possedere dunque uno scadenziario aggiornato con tutti gli incassi e le spese previste per almeno le tre settimane successive. Tramite lo scadenzario (analizzando i saldi dei conti e gli affidamenti disponibili), potrai conoscere la liquidità di cui disponi e decidere poi qual è la tua priorità di tesoreria.

6- Alienare macchinari e assets non ottimizzati: vendi attrezzature e/o macchinari, strumenti e beni che non ti servono; fallo con celerità in quanto non solo ti occupano dello spazio che ti potrebbe essere utile ma soprattutto perché queste attrezzature potrebbero avere oggi un valore sul mercato e tra un paio di anni averne completamente un altro.

7- Rinviare gli investimenti a medio e lungo termine: per far ripartire l’economia dovresti investire ma se adesso non hai stabilità a livello economico, allora investire non è di certo una mossa vincente poiché non avresti un ritorno nel breve periodo ma nel lungo. Non sarebbe più un investimento ma un costo.

8- Accedere ai finanziamenti con gli istituti di credito: usufruire del credito bancario ti dà dei vantaggi importanti, in primis l’opportunità di ridurre sensibilmente il gap temporale tra il momento in cui devi pagare i fattori produttivi (sia le materie prime che i tuoi dipendenti) e ciò cui incassi dai tuoi clienti. Bada bene, però, usa i finanziamenti bancari con giudizio; poiché allo stesso modo puoi raddoppiare i risultati della tua gestione aziendale (produrre di più in rapporto al capitale investito e dunque acquistare di più). È importante che non usi la liquidità per far fronte ai costi delle inefficienze gestionali. Quando sei in balia dei debiti ma non riesci a moltiplicare i risultati positivi accade che le banche ti prestano i soldi a condizioni inaccettabili rispetto alle tue necessità causando inefficienze finanziarie che si decuplicano giacché gli interessi e gli oneri bancari potrebbero assorbire i flussi della tua liquidità.

Una soluzione potrebbe essere rappresentata dalle linee di credito convenienti (per intenderci quelle concesse con la garanzia dello Stato per fronteggiare l’emergenza Covid-19). La cosa importante, però, è che tu abbia sempre un piano per rendere quei soldi e non coprirci i debiti.

9- Usare la liquidità a vantaggio della riduzione del costo del debito: puoi ad esempio moltiplicare gli effetti della liquidità ricavata allo scopo di ottenere più vendite con margini più elevati e con tempi di incasso più brevi. Un’altra soluzione è quella di comprare a prezzi più bassi dai fornitori; il tuo primario obiettivo è incrementare i margini riducendo il ciclo di cassa. Infine la strategia forse più consona ed ideale per tutte quelle aziende che hanno avuto o stanno avendo problemi e importanti difficoltà a ripartire dopo il lockdown, è quella di sfruttare appieno la liquidità ottenuta per ridurre i debiti.

10- Reperire nuovi investitori: prima di lanciarti nella ricerca spasmodica di investitori pensa al modo di far funzionare la tua azienda senza il bisogno di attingere a risorse esterne. Il pensiero comune di molti imprenditori è quello di trovare con facilità investitori che fungono da “salvatori della patria” traghettando l’azienda in crisi verso “porti” più sicuri e in un “batter d’occhio” liberarsi dei problemi e magari incassare anche qualcosa. Sperare che arrivi qualcuno che paghi i tuoi debiti è follia pura, un miraggio. Nella migliore delle ipotesi gli investitori rileveranno l’azienda senza sborsare un soldo e pianificheranno degli investimenti mirati per rilanciare il business. Ricordati che gli investitori non sono “innamorati” dell’idea come te ma guardano solo esclusivamente il lato pratico, i numeri.