LOTTA ALL’EVASIONE: IL CONTROLLO È “SOCIAL”

Perchè quello che l'Agenzia Delle Entrate non sa, Facebook lo dice

Il riferimento è principalmente rivolto alle informazioni immesse volontariamente dall’utente su Siti Internet, tramite l’usanza dell’essere costantemente on-line attraverso la pubblicazione di fotografie e video nei social network, che possono essere usate anche ai fini fiscali. Usanza connotata da un grado di esibizione di aspetti della vita privata sempre più crescente, resa pubblica e “scremata”, da foto, commenti, video, che ci consentono di comunicare e integrarci con gli altri, diffondendo notizie e informazioni di noi, della nostra famiglia, della nostra vita non solo ai nostri amici, ma a un numero infinito di persone che non conosciamo. L’esposizione così messa in atto attraverso i social network si configura anche quale specchio del tenore di vita e, proprio sotto questo punto di vista le nuove tecnologie, social soprattutto, sono diventate un archivio di informazioni importantissimo, che va in molti casi ad integrare i dati ufficiali nella prevenzione e nel contrasto all'evasione fiscale da parte degli organi preposti. In sostanza, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza controllano ed esaminano i profili Facebook e Instagram dei contribuenti a comprova di eventuali non conformità nelle dichiarazioni, approfittando di quanto l’utente/contribuente rende pubblico del suo stile di vita.

L’apparato italiano appositamente creato per la lotta all’evasione fiscale prevede, già da qualche anno, la possibilità di avvalersi delle c.d. fonti aperte (siti internet, social network come Facebook Instagram etc). L’agenzia delle Entrate aveva già ammesso il ricorso alle stesse con la circolare 16/E del 2016 mentre la Guardia di Finanza, nella circolare 1/2018 menziona gli “elementi non risultanti dalle banche dati”, come possibile fonte di informazioni ulteriori che possano “inchiodare” il contribuente per incompatibilità tra il tenore di vita risultante dai social e quanto dichiarato al Fisco.

In sostanza, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza sono legittimate a controllare ed esaminare i profili Facebook e Instagram dei contribuenti, anche in virtù del fatto che molte informazioni sono pubbliche e quindi liberamente diffuse dall’utente.

Ma se pensiamo che “siamo controllati” forse è bene sapere che in Francia l’Agenzia delle Entrate è stata legittima dall’ultima Legge di Bilancio a usare algoritmi e big data per scansionare in maniera automatica e pressoché costante i social media alla ricerca di “furbetti”, mentre in Italia il controllo dei social network e di altre fonti aperte viene effettuato solo come strumento a supporto delle prove ottenute con indagini già avviate.

Si riferisce inoltre che tra i vari sistemi di recente impiego nella lotta all’evasione fiscale degni di menzione risulta esserci Google Earth, utilizzato per controllare gli immobili, con l'obiettivo di individuare eventuali strutture abusive, per rintracciare attività attive e non dichiarate e per rilevare eventuali infrazioni minori, come quelle di insegne pubblicitarie non dichiarate, ben visibili tramite street view.

E che non si dica che la tecnologia non da una mano ….