MAKE OR BUY… COSA SCEGLIERE?

Il make or buy è l’insieme di valutazioni, fatte da un imprenditore, che portano a decidere chi deve produrre i singoli componenti di un prodotto aziendale (o anche il prodotto nella sua interezza).

 

Per essere più precisi, le valutazioni si riferiscono principalmente a 2 possibili opzioni:

- Creare per intero il prodotto all’interno delle mura aziendali;

- Comprare i componenti del prodotto all’esterno, per poi assemblarli internamente e rivendere il prodotto finito.

Prendiamo come esempio una PMI che produce impastatrici per il settore alimentare. Sarà facile che si trovi alle prese con alcuni dubbi sulla strada da seguire.

 

Meglio se:

- Produco internamente i vari componenti del macchinario?

- Compro tutti i pezzi da un fornitore e mi focalizzo solo sull’assemblaggio, sulla vendita e sull’assistenza?

- Mi focalizzo solamente su alcune fasi produttive, su cui ho una competenza importante, e acquisto il resto dei componenti da fornitori esterni?

Dalla decisione dipenderà il piano di spese e di investimenti che l’impresa adotterà; si tratta di fare scelte imprenditoriali di assoluta rilevanza.

Di conseguenza, è opportuno agire con metodo e cognizione.

La scelta inerente il fare o il comprare non riguarda solo la cosiddetta “filosofia aziendale”, cioè la scelta tra l’essere produttori al 100% o l’essere assemblatori di prodotti di fornitori.

La decisione tra make or buy è soprattutto una questione di opportunità economica e imprenditoriale.

A livello istintivo, a tutti piace l’idea di avere il pieno controllo di ogni fase della lavorazione.

Se però la vediamo a livello razionale, la scelta è dettata soprattutto da alcuni dati contabili fondamentali, come:

- I costi;

- I margini;

- La variazione di magazzino.

La scelta tra make or buy non può quindi prescindere da una profonda conoscenza dei numeri aziendali, cioè dal Controllo di Gestione.

L’analisi dei dati contabili esistenti e di quelli previsionali permette infatti all’imprenditore di misurare la convenienza economica di un’opzione rispetto all’altra.

Make or buy: quale dei due è meglio?

Risposta vaga ma inevitabile: dipende. Dipende da una serie di fattori, che devono tutti essere presi in esame dall’imprenditore e dai suoi collaboratori.

Qualche decennio fa, era prevalente la tendenza ad internalizzare ogni processo; si desiderava cioè controllare ogni step della famosa catena del valore (value chain). Oggi accade in prevalenza il contrario: si preferisce esternalizzare il più possibile a fornitori specializzati.

La specializzazione ricade di fatto nella dimensione del buy, ed è attualmente la scelta ampiamente più diffusa, perché dà alcuni vantaggi:

- La qualità del prodotto tende ad essere migliore e più affidabile;

- I costi sono inferiori e più controllabili;

- Si focalizzano le risorse interne sulle fasi più importanti della catena del valore.

Ciò comunque non significa che la via del buy (cioè dell’outsourcing) sia per forza quella più giusta. Essa, infatti, presenta anche dei rischi, che devono essere valutati attentamente:

- La perdita progressiva di know-how che concerne le fasi di lavorazioni esternalizzate;

- L’aumento dei costi di trasporto;

- La dilatazione dei tempi del ciclo produttivo, che è determinata dai tempi di trasferimento dei prodotti.

Come capire se, per la nostra azienda, va meglio il make o il buy?

La riflessione inerente a che cosa sia più idoneo per la nostra situazione aziendale ha una natura duplice, perché sono sostanzialmente 2 i fattori in gioco:

1. Fattori quantitativi: i dati e il loro confronto stanno alla base delle nostre riflessioni. In pratica: prima di tutto, occorre valutare la nostra situazione attuale e confrontare i valori odierni con un’ipotetica situazione futura.

Più precisamente, tra le 2 situazioni ecco che cosa bisogna andare a confrontare:

- Costi: quale delle 2 situazioni presenta costi inferiori?

- Ricavi: il cambiamento sarà tanto importante da motivare un aumento di prezzo del mio prodotto?

- Margini: guadagnerò di più dalla vendita del singolo pezzo?

2. Fattori qualitativi: si tratta di riflessioni nel complesso meno tangibili rispetto al precedente gruppo, come:

- Qualità: esternalizzare significa lasciare tale aspetto ad altri. Mi posso fidare?

- Tempi di produzione: i tempi di trasferimento sono accettabili e affidabili?

- Competenze: posso permettermi di perdere la capacità di fare internamente certe attività?

Il make or buy, così come l’intero universo che si nasconde dietro il Controllo di Gestione, non è un qualcosa di semplice o di automatico, questo è vero.

Prendere simili decisioni significa infatti sedersi ad un tavolo, confrontare dati, creare prospetti, fare previsioni, concentrarsi su numerose situazioni aziendali e, infine, dopo molto lavoro, trovare la quadra che realizzerà il tutto.

La difficoltà e la complessità di queste operazioni possono spaventare, ma non devono rappresentare un alibi per rimandare a domani quello che è conveniente fare da subito.

Avere un sistema di Controllo di Gestione significa dotarsi di fondamentali certezze per quanto riguarda i fattori qualitativi, ovvero i dati contabili, i numeri.

Vuol dire riuscire a soppesare meglio gli aspetti qualitativi, a tutto vantaggio della successiva decisione.

Che cosa preferisci? Evitare la questione e sperare che sia il vento a guidarti nella direzione giusta oppure vuoi tenere il “timone in mano” ed essere padrone del tuo destino e della tua azienda?

Concludendo, possiamo dire che fare o comprare è un dilemma che ha poco a che vedere con l’istinto o con l’intuito. 

Occorre innanzitutto avere un buon sistema di Controllo di Gestione, per poter valutare correttamente gli effetti economici che si determinano nelle diverse ipotesi.

Make or buy è anche una decisione strategica che è bene maturare confrontandosi con tutte le persone interessate (i collaboratori in primis), che di certo osservano la prospettiva da una differente angolazione.

Fonte: https://farenumeri.it/make-or-buy-quale-scegliere/

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