OBIETTIVI AZIENDALI: DEFINIZIONE E TIPOLOGIE

Pochi termini del lessico aziendale sono usati così frequentemente come lo è la parola obiettivo, e pochi hanno tante interpretazioni.

In termini manageriali gli obiettivi vanno intesi come obiettivi della gestione, per evitare il rischio di ricomprendere situazioni che attengono alla sfera personale degli individui coinvolti nelle attività aziendali.

Per dare un contenuto operativo al termine, sono necessarie le seguenti puntualizzazioni; innanzitutto, possono essere obiettivi di fondo della gestione, o rappresentare dei sotto-obiettivi rispetto a questi.

Differenza tra obiettivi di fondo e di breve periodo

Per le imprese (cioè per i loro proprietari) gli obiettivi di fondo della gestione hanno tipicamente natura economico-finanziaria.

La redditività del capitale apportato ne è il classico esempio, ma non l’unico; la soddisfazione dei clienti, ne è un sotto-obiettivo, ad esempio.

Gli obiettivi di fondo della gestione si riferiscono a traguardi da raggiungere nel medio-lungo periodo; comunemente si dice che sono gli obiettivi definiti dal piano strategico, che ha una durata pluriennale, (solitamente da 3 a 5 anni).

Anche quelli annuali o di periodi inferiori sono ovviamente obiettivi, ma non di fondo, ma piuttosto obiettivi di budget, di progetto, ecc.

La corretta gestione dell’impresa richiede sempre un orientamento al lungo periodo, tuttavia, questo non vuol dire che si debbano ignorare obiettivi importanti da raggiungere in tempi brevi.

L’esempio tipico è quello della gestione finanziaria dell’impresa, dove la liquidità non può aspettare anni per essere raggiunta (il risultato sarebbe l’insolvenza e il fallimento), ma deve rappresentare un costante obiettivo di breve o addirittura di brevissimo periodo.

La redditività del capitale, come anticipato, non è l’unico modo di intendere gli obiettivi di gestione. Occorre fare riferimento ad alcune peculiarità della specifica azienda, prima fra tutte lo stadio del ciclo di vita dei suoi business.

Se la redditività del capitale è coerente con uno stadio di consolidamento e di stabilità, in caso di avvio di un’attività gli obiettivi coerenti sono disviluppo (del volume d’affari, del capitale investito, ecc.), mentre in fase di maturità e di prossima obsolescenza è importante sfruttare la situazione senza più investire, mirando al conseguimento di flussi di cassa adeguati all’ingresso in altri business.

Come si misurano

Naturalmente dire redditività, sviluppo e liquidità suona bene, ma come si misurano?

Qui entra in gioco un aspetto assolutamente irrinunciabile in un’ottica di pianificazione e Controllo di Gestione, cioè quello degli indicatori dei risultati attesi.

Ad esempio, la redditività del capitale dei proprietari si misura facendo il rapporto % tra reddito netto e patrimonio netto di bilancio (preventivo).

Lo sviluppo con il tasso % di incremento dei ricavi di vendita, o con la quota di mercato attesa, e così via. Senza la misurazione, gli obiettivi suonano come frasi fatte o parole vuote.

Infine, anche se è ovvio, parlando di obiettivi e di sotto-obiettivi, una volta definito l’indicatore con cui misurarli, occorre fissare il livello quantitativo atteso, ad esempio un livello del 7% come attesa di redditività del capitale da parte dei proprietari.

È un passaggio non facile di ciò che si chiama Controllo di Gestione ma è proprio questo uno dei suoi pregi: costringe a dare una misura quantitativa ai propri obiettivi.

Le trappole che devi evitare

In generale, quando si parla di obiettivi, è bene evitare di cadere in 2 trappole:

- Tentare distinzioni sottili tra obiettivo, scopo, traguardo e, magari, scomodando la lingua inglese, goal, target, ecc.;

- Considerare gli obiettivi aziendali come qualcosa di univoco e slegato dalle specificità dell’azienda.

 

Fonte: https://farenumeri.it/obiettivi-aziendali/

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