LEGGE ITALIANA SULL’AI: ISTRUZIONI PER L’USO DEI PROFESSIONISTI

L’l’Italia è uno dei primi Paesi europei con una normativa nazionale dedicata all’IA, che contiene anche regole per i professionisti.

Si tratta della legge quadro nazionale sull'Intelligenza Artificiale, denominata DDL 1146-B (Disegno di Legge 1146) che sancisce una serie di principi fondamentali volti a promuovere uno sviluppo etico, sicuro e trasparente dell'IA.

Allineata all’AI Act, è una legge “antropocentrica”, ovvero che mette al centro i diritti fondamentali dell’uomo, la trasparenza e la responsabilità.

Tra i vari punti, la norma introduce regole specifiche per i liberi professionisti come Dottori Commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro e notai, con l’obiettivo di garantire trasparenza e preservare il rapporto fiduciario con il cliente.

L’impiego di tecnologie di supporto non può sostituire il ruolo del professionista: la normativa stabilisce infatti che il pensiero critico e il giudizio umano restino centrali e prevalenti nel processo decisionale. Tale principio è finalizzato a garantire che l’IA non assuma una funzione interpretativa o valutativa in luogo del professionista, ma rimanga un ausilio al suo lavoro.

L’impiego di sistemi di Intelligenza Artificiale è consentito esclusivamente per attività di natura strumentale e di supporto. Tali strumenti non possono in alcun modo sostituire la prestazione intellettuale propria del professionista, la quale deve restare prevalente e determinante.

Il giudizio critico e la responsabilità delle decisioni rimangono sempre in capo al professionista, che ne risponde nei confronti del cliente.

In ambito fiscale, e in particolare per i Dottori Commercialisti, ciò comporta l’obbligo di vigilare e controllare i dati elaborati o forniti per conto della clientela. L’utilizzo dell’IA deve limitarsi a compiti operativi di ausilio, senza mai incidere sulle funzioni interpretative, valutative o decisionali, che costituiscono prerogative esclusive del professionista.

La normativa esclude espressamente la possibilità di delegare all’Intelligenza Artificiale la responsabilità degli atti o delle scelte effettuate nell’interesse del cliente.

Obblighi informativi e privacy

Se vengono impiegati sistemi di IA nel monitoraggio, nella gestione del rapporto di lavoro, nelle analisi dei dati o nella valutazione di incarichi, il cliente deve essere informato per iscritto e in formato facilmente leggibile.

Nel trattamento di dati fiscali con sistemi di IA, il professionista è tenuto a rispettare la normativa sulla privacy e la tutela dei dati personali, informando il cliente sull’uso delle tecnologie e garantendo che i dati siano trattati solo per lo scopo previsto, nel rispetto del GDPR Europeo.

Responsabilità

La responsabilità delle valutazioni, delle scelte critiche e degli atti finali che riguardano i clienti resta in capo al professionista.

L’impiego di sistemi di Intelligenza Artificiale non può in alcun modo esonerare né attenuare tale responsabilità: il commercialista rimane direttamente responsabile delle attività svolte, indipendentemente dal supporto tecnologico utilizzato. Eventuali errori, omissioni o conseguenze pregiudizievoli derivanti dall’uso dell’IA ricadono pertanto sotto la sua diretta responsabilità professionale.

Il mancato rispetto di tali obblighi può comportare conseguenze non solo in termini di responsabilità civile verso i clienti, ma anche sotto il profilo disciplinare e deontologico, in quanto l’adozione di strumenti tecnologici non può tradursi in un venir meno ai doveri di diligenza, perizia e prudenza che caratterizzano l’attività del professionista.

Obblighi di gestione e controllodei sistemi di IA

I professionisti sono tenuti a mappare i sistemi di Intelligenza Artificiale utilizzati, a valutarne i rischi e a predisporre policy interne di conformità, coordinandosi sia con le autorità di vigilanza sia con i team tecnici competenti.

Tutti i documenti e gli atti prodotti con l’ausilio di sistemi di Intelligenza Artificiale devono essere certificati come esito della supervisione e della validazione umana, con particolare attenzione alla corretta titolarità dei diritti e al rispetto delle normative in materia di protezione dei dati personali.

Responsabilità e sanzioni

Le modifiche normative introducono aggravanti penali per reati commessi con il supporto dell’Intelligenza Artificiale, quali la manipolazione documentale, la creazione di deepfake o l’elusione di controlli notarili.

La validazione finale degli atti resta prerogativa esclusiva del professionista, che ne risponde anche sotto il profilo civile, penale e deontologico.

Formazione obbligatoria

Il decreto attribuisce agli Ordini professionali la responsabilità di organizzare percorsi di formazione e programmi di alfabetizzazione digitale specificamente dedicati all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. L’obiettivo è quello di accrescere la preparazione dei professionisti, fornendo loro strumenti e conoscenze utili per integrare tali tecnologie in modo consapevole e responsabile nell’esercizio della professione.

Questi percorsi formativi mirano non solo ad aggiornare le competenze, ma anche a favorire un approccio critico e sicuro all’adozione dell’IA, garantendo che il suo impiego resti conforme alle normative e funzionale al corretto svolgimento dell’attività professionale.